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I musei: servizi e risorse/ Esperienze

Presentazione [*]

di Massimo Montella

Questo, come sapete, è uno degli incontri previsti per verificare, prima che siano eventualmente adottati con decreto ministeriale, gli elaborati della Commissione istituita dal Ministro Rutelli nel dicembre 2006, ai sensi dell'articolo 114 del Codice, con l'incarico di elaborare proposte per la definizione dei livelli minimi uniformi di qualità delle attività di valorizzazione.

Sappiamo bene che la valorizzazione deve potersi applicare alla generalità dei beni culturali e che, pertanto, non può dirsi adeguatamente soddisfatta, ove non riguardi il paesaggio intero. Tuttavia la Commissione ha deciso di sviluppare la proprio attività, partendo dagli "istituti e luoghi della cultura" e segnatamente dai musei. Difatti già nel 2001, con il decreto sugli standard museali, ai sette normalmente previsti a livello internazionale è stato aggiunto per l'Italia un ottavo ambito, dal titolo "Museo Territorio", con il quale sono state formulate alcune rilevanti indicazioni, che aspettano ancora di acquisire corpo di azione tecnica.

Questo approccio è sembrato per altro il più rispondente all'urgenza del momento: conferire rapidamente efficace sostanza operativa, individuando obiettivi facilmente condivisibili e attuabili nel breve e medio periodo, ad un impianto organizzativo cooperativo, come previsto dal Titolo V della Costituzione, che, in applicazione del principio costituzionale della sussidiarietà, ottenga la coesione sociale e culturale del Paese nel rispetto delle diversità istituzionali e territoriali.

Con questi intendimenti, e nella consapevolezza che le disposizioni di legge non bastano da sole ad ottenere gli effetti voluti, ci siamo dunque adoperati a definire una normativa tecnica che potesse essere largamente condivisa.

Per riuscirci, abbiamo posto a base di tutto ciò di cui discutiamo oggi: la "catena del valore" nei musei. Si tratta di una locuzione, ben circostanziata nelle scienze aziendali, che sembra a molti alquanto superata. Nondimeno il professor Baia Curioni ed io abbiamo ritenuto giusto insistere su questa formula, proprio per dare un preciso riferimento operativo ad una discussione che, soprattutto perché vede coinvolte professionalità di varia estrazione disciplinare, rischia troppo spesso di rimanere astratta. Parlare di catena del valore e sostenere che il valore è il risultato di una serie di atti, di processi concatenati, dà modo, infatti, di incontrarsi su un terreno concreto.

E' convenendo, almeno in via generale, sulla stilizzazione di tali processi, che si possono meglio comprendere le ragioni e i vantaggi insiti nelle altre complementari proposte avanzate dalla Commissione: la valutazione o, meglio, autovalutazione dei musei italiani, l'accreditamento della loro qualità a fronte di standard minimi di dotazioni e di prestazioni, le abilità professionali e i percorsi formativi e le modalità di accreditamento degli addetti, l'instaurazione di forme di "rendicontabilità" per i responsabili sia politici che tecnici.

Sempre a partire da questo schema di catena del valore abbiamo inoltre ritenuto di poter mettere a fuoco i criteri opportuni per le decisioni di esternalizzazione e per individuare il giusto punto di incontro fra pubblico e privato.

Confido, perciò, che il dibattito che seguirà alla relazione del professor Baia Curioni non dimentichi i molteplici altri aspetti del lavoro compiuto dalla Commissione.

Note

[*] Testo della relazione discussa al convegno La creazione del valore nei processi di gestione dei musei, tenutosi a Milano il 7 febbraio 2008.

 



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